DESCRIPTION
“Aprile 2020. Aprile 2020. Imprigionato, come tutti, fra le mura domestiche, in un eterno presente, mi ritrovo a fissare la parete di dischi che ho nello studio. Guardo questo muro di linee colorate quasi sopraffatto, perché ognuno di quei dischi contiene cose che conosco bene ed altrettante che ignoro totalmente. Molti non li sento da anni, o non li ho mai sentiti per intero, fagocitato dal demone bulimico del collezionismo. Fra l’indice e il pollice afferro la costa di un disco, poi un altro e un altro ancora. Muovo la Stanton sulle tracce velocemente e poi passo ad altro, con la mente assetata. Comincio a campionare senza sosta tutto quello che avevo sedimentato come “buone idee” dai solchi di vinili cercati senza sosta negli ultimi quindici anni, e trovo ovviamente molte sorprese: campiono da Library (musiche per commento realizzate per radio e tv), colonne sonore, e da dischi italiani di jazz sperimentali, di quelli con le copertine generiche. Chiamo Clone e gli dico che vorrei fare un po’ di beat, lui si presenta a casa mia con l’MPC e il portatile, gli passo i sample e ne produciamo una prima mandata. Lui se ne va sotto un temporale apocalittico, e di li a poco comincia a sfornare decine e decine di beat. Cupi, lenti, crudi e impietosi. E andiamo avanti così per mesi, tanto che i pezzi diventano la colonna sonora di quel periodo assurdo. Mi viene naturale coinvolgere Bod, che non solo è un mio fratello da tempo immemore, ma è una vera e propria enciclopedia del cinema di genere, dagli horror ai b-movies al cinema d’autore (guardatevi il video de “L’ultima scena”: per fare un clip del genere, prendendo spezzoni di film che commentino in modo didascalico ogni mia parola, in una serata di lavoro, devi conoscere a memoria centinaia di scene e di titoli, altrimenti impiegheresti mesi di ricerca). Bod fa lo stesso con il sonoro per questo disco, creando una specie di discorso unico, seppur frammentato, allucinato e psichedelico, ma a trattiti cinico e lucidissimo. Poi registro una traccia, “solare” almeno quanto tutto il resto del disco, e Rash la graffia preciso e tagliente come una lama. “The Grip Tape” è il risultato di un lavoro di selezione lungo e meticoloso. Un viaggio lisergico e asfittico che andrebbe affrontato tutto d'un fiato. Il titolo ovviamente richiama le cassette di beat su cui scrivevamo le strofe, ormai quasi trent’anni fa, e la carta vetrata che nel frattempo ci consumava le Airwalk. Ed è solo uno dei tanti progetti scaturiti in questi ultimi anni, che temo vedranno la luce fra non molto. Sappiamo questo disco a memoria, è solo arrivato il momento di condividerlo. So per molti questa musica è indigesta, e questo per noi è quasi una conferma del fatto che siamo andati nella direzione giusta; non speriamo tanto che vi piaccia ma che vi turbi il sonno. Perché è solo guardando dentro l’oscurità, mettendoci tutta la testa, che passa veramente la paura del buio.”
"April 2020. April 2020. Imprisoned, as everyone else, within the walls of the home, in an eternal present, I find myself staring at the wall of records I have in my studio. I look at this wall of colored lines almost overwhelmed, because each of those records contains things I know well and just as many I totally ignore. Many I have not played in years, or never played in full, engulfed by the bulimic demon of collecting. Between my index finger and thumb I grasp the spine of one record, then another and another. I move the Stanton over the tracks quickly and then move on, my mind thirsty. I start relentlessly sampling everything I had sedimented as "good ideas" from the grooves of vinyl searched relentlessly over the last fifteen years, and I find many surprises, of course: I sample from Library (music for commentary made for radio and TV), soundtracks, and from Italian experimental jazz records, the kind with generic covers. I call Clone and tell him I'd like to make some beats, he shows up at my house with the MPC and laptop, I hand him the samples, and we produce a first batch. He leaves in an apocalyptic thunderstorm, and before long he starts churning out dozens and dozens of beats. Gloomy, slow, raw and unapologetic. And we go on like this for months, so much so that the pieces become the soundtrack of that absurd period. It comes naturally to me to involve Bod, who is not only a longtime brother of mine, but is a veritable encyclopedia of genre cinema, from horror to b-movies to art cinema (check out the video of "L'Ultima scena": to make such a clip, taking clips of films that comment didactically on my every word, in an evening's work, you have to know hundreds of scenes and titles by heart, otherwise it would take you months of research). Bod does the same with the sound for this record, creating a kind of unified, if fragmented, hallucinatory and psychedelic, but at times cynical and lucid discourse. Then I record a track, at least as "sunny" as the rest of the record, and Rash scratches it precise and sharp as a blade. "The Grip Tape" is the result of long and meticulous selection work. A lysergic and asphyxiating journey that should be taken from start to finish. The title obviously recalls the beat tapes on which we used to write verses, now almost thirty years ago, and the sandpaper that wore down our Airwalks in the meantime. And it's just one of many projects that have sprung up in recent years, which I fear will see the light of day before long. We know this record by heart, it's just time to share it. I know for many this music is indigestible, and this for us is almost a confirmation that we have gone in the right direction; we do not so much hope that you will like it but that it will disturb your sleep. Because it is only by looking into the darkness, putting your whole head into it, that the fear of the dark really passes."
Bugs Kub.
TRACKLIST
A1. Não Vi Nada
A2. Polvere Negli Occhi
A3. Quando L'Hanno Uccisa?
A4. Uscite Fuori... Figli Di P*****a!
A5. Tu Credi In Dio?
A6. È Tanto Difficile Morire !?
A7. Grotteschi E Disgustosi
A8. Traccia Fantasma
A9. Grida Del Ventre
A10. VHS
A11. Il Cuore Sul Pavimento
B1. Losi Skateboard Design (LSD)
B2. La Notte È Lunga.
B3. I Don't Like This Place
B4. Fino Alla Morte
B5. Lotta Di Classe
B6. Ecologia Del Diritto
B7. Ma Cos'è Successo?
B8. È Morto Un Ladro
B9. John's Biggest Failure
B10. Come Va A Finire
B11. Pink Freud (Ci Va L'Acido E L'Analisi)
Bugs Kubrik feat. DJ Rash
PLEASE NOTE
Vinyl previews are digital mock-ups, final product may differ from this preview.